Cenni storici
I riti del venerdì santo a Camaiore: dalla processione del Crocione alla solenne triennale di Gesù morto
A partire dal '500, nel tardo pomeriggio del venerdì santo, si svolgeva nel castello di Camaiore una processione penitenziale, comunemente detta del Crocione, effettuata dalla Confraternita della SS. Trinità e S. Vincenzo Confessore, eretta verso la fine del XV sec. e con sede presso l'omonima chiesa.
I confratelli, con in dosso le loro cappe di colore rosso, sfilavano per le vie dietro ad una grande croce lignea .La processione del Crocione andò progressivamente acquistando sempre maggiore importanza, soprattutto dopo che la confraternita della SS. Trinità e di S. Vincenzo Ferreri comprò un artistico simulacro ligneo di Gesù morto. A partire dal 1676 si iniziò a portare in processione anche tale immagine.
leftQuesta innovazione si deve al padre predicatore che si trovava nel castello per il quaresimale. Il padre suggerì la cosa al priore della Collegiata monsignor Tommaso De Giusti che, prima di prendere una decisione, riunì il Capitolo." Essendo stata fatta solenne istanza dal P. Predicatore di far una processione solenne la sera del prossimo venerdì santo e desiderando il medesimo che il nostro Capitolo intervenga a detta funzione capitalarmente con gh' habiti, perciò fu decretato che ognuno dei nostri Capitolari deve intervenirvi come sopra et quattro canonici più giovani devino portare detta bara con Nostro Signore vestiti con camice e tonacella, et sia cura al nostro sacrestano di dare a ciascuno dei reverendi un candele conforme si usa nella processione del Corpus.
Contemporaneamente gli amministratori comunali, conosciute le intenzioni del capitolo, riunirono il 26 marzo il Consiglio che provvide alla nomina di una apposita commissione che riferisse sull'argomento. La commissione, dopo cinque giorni, comunicò al consiglio che: "[...] havesse reso la detta funtione assai riguardante se vi fosse intervenuto ancora il Magnifico Consiglio, ma considerato poi che quelli stessi che lo compongono sono di diverse Compagnie e desiderano forse in quella sera fare qualche exercitio di penitenza, stimerebbero bene che il medesimo Consiglio deputasse fino al numero di sei, o otto persone della terra le quali dovessero intervenire in detta funtione con una torcia quadrata per ciascheduno, et con la maggiore decenza possibile allumare intorno l'immagine del Cristo, che sarà portata da quattro Canonici della Collegiata".
Così quella sera del venerdì santo del 1676 venne per la prima volta portato in processione il simulacro di Gesù morto, con la partecipazione di tutto il popolo e delle autorità sia civili sia religiose.Nel 1691 la Confraternita della SS. Trinità e di S. Vincenzo Ferreri acquistò una statua della Madonna Addolorata che, dopo essere stata per alcuni giorni esposta nella Chiesa Collegiata, venne poi processionalmente trasportata nella Chiesa di S.
Foto Barsottelli Vincenzo Confessore e collocata sopra l'altare, sotto il quale si conserva chiuso in un' urna il simulacro del Gesù morto. Come si legge nel Libro dei Consigli in data 14 marzo 1691 la traslazione della statua avvenne in forma solenne con la partecipazione delle diverse Confraternite e del capitolo della Collegiata.
Parteciparono al corteo anche le autorità civili: infatti i quattro capitani furono chiamati a sorreggere il baldacchino, scortati da tutti i componenti del Consiglio comunale e dal Commissario recanti in mano una torcia accesa. "[...] dovendosi domenica prossima accompagnare con processione solenne la figura et immagine della SS. Vergine dalla Chiesa Collegiata a quella di S. Vincenzo Confessore di questa parrocchia dove è stata ultimamente fondata et eretta la Compagnia de' Sette Dolori di detta SS. Vergine, desiderando in tale occasione il Magnifico Consiglio di praticare qualcheduno degli atti del suo reverente ossequio verso la gran Madre di Dio, protettrice di questa terra e sua Vicaria, sia cura perciò de' Magnifici Capitani convocare il Magnifico Consiglio per intervenire a detta processione, con torcie accese, et occorrendo portarsi il baldacchino deva portarsi da loro in tal processione, come anche allumare attorno detta SS. immagine et altro che li paresse, tutto eseguischino con quelle considerazioni et avvertimenti che li parranno [...]" .In seguito la statua della Madonna Addolorata venne collocata in una nicchia sopra l'altare al posto del quadro che vi si trovava. La tela raffigurava la Vergine su nuvole con le mani giunte e il cuore trafitto da spade: in ginocchio in basso a destra è S. Cinese con abito a fiori multicolori e, a sinistra, S.Vincenzo Confessore che indica con la mano il libro sacro .L'anno seguente la Confraternità della SS. Trinità e S. Vincenzo Ferreri decise di incoronare solennemente il simulacro della Madonna Addolorata da poco acquistato e per far questo si rivolse al magnifico Consiglio di Camaiore affinchè desse un contributo economico.
Nella seduta consiliare del 16 agosto 1692 venne letta la supplica presentata dai confratelli nella quale si diceva che: "essendo ogni giorno più intenta ad accrescere le glorie e li honori che qua giù in terra si possono tributare alla gran Madre di Dio, da veri servi e vassalli di quella, et avendo presentemente in animo di coronare la Santissima Vergine de' Dolori nella prossima futura 3° domenica di settembre, non vede modo di potere effettuare questo suo devoto desiderio se dalla pietà di molti benefattori non li vien somministrata qualche grata elemosina, della quale sì come ne supplica vivamente questa Magnifica Comunità, così ne spera favorevolmente il conseguimento, tanto più che in altre occasioni li ha fatti conoscere l'innata pietà verso questa devota Immagine, e la supplicante ottenendo ciò che spera, non mancherà di raccomandare a quella grande Madre di Pietà acciò sortisca prospero e felice l'esito dell'interessi sì temporali come spirituali di questa magnifica Comunità [...]". Per esaudire tale richiesta il consiglio Comunale decretò di concedere la somma di 15 scudi. Con l'acquisto della nuova statua veniva così ad arricchirsi la sacra rappresentazione allestita nella chiesa della SS. Trinità e S.Vincenzo Ferreri per il venerdì santo. Al simulacro del Cristo morto disteso esangue ai piedi della croce, si aggiungeva ora la figura della Vergine dotata di una prorompente drammaticità: il volto rivolto ali' indietro, gli occhi gonfi di pianto, le braccia aperte quasi ad accogliere tutta l'umanità sofferente. La bellezza della statua, unita alla sua singolare forza espressiva, fece breccia nel cuore dei camaioresi che immediatamente le tributarono una particolare devozione.
Tuttavia, al di là di questo riconoscimento, per molte triennali ancora si continuò a portare in processione solamente il simulacro del Cristo morto. Solo con la triennale del 1737 si decide di aggiungere al Cristo anche la statua della Madonna Addolorata. Il 1737 rappresenta così una data importante nella storia di questa forma di culto: infatti per dare maggiore risalto alla cerimonia si provvide alla illuminazione con lampade ad olio degli edifici pubblici e delle abitazioni private.Nel verbale della seduta consiliare del 7 aprile 1737 si legge: "Item fu proposta e letta supplica delli deputati della Compagnia della SS. Trinità e S. Vincenzo di Camaiore [...] con la quale esponevano che avendo stabilito la funzione che cade quest'anno della processione la sera del venerdì santo prossimo, di portare in processione oltre la figura del nostro redentore morto, anche quella della SS. Vergine Addolorata, et essendoli necessario per detta funzione un buon numero di lumi, per maggior decoro, ricorrevano alla solita pietà del Magnifico Consiglio, pregandolo in nome di detta Compagnia a volerli concedere qualche numero di candeloni per servirsene in detta processione, e dopoi restituirli. Sopra la qual supplica dato partito fu decreto: Sia cura e facoltà delli Magnifici Capitani somministrare alii supplicanti sino al numero di otto scorci di candeloni, con assicurarsi della restituzione delli medesimi, quali devano servire per la funzione come in detta supplica, e di più se l'intenda passato per supplemento sino in lire quindici da pagarseli per una volta con poliza all'ordinario: et inoltre li medesimi Magnifici capitani facciano puonere n° 12 scorci di essi candeloni alle finestre del Palazzo a due per finestra per allumarle nel tempo di detta processione, assieme col fanale solito puoner-si al canto di detto Palazzo, e detti Magnifici Capitani facciano istanza, e trattino con li Governatori di Vicaria per il lor concorso per maggior numero di lumi per detto Palazzo; e di più s'intenda data facoltà alii detti Magnifici Capitani di fare impiegare una libbra d'olio alla grossa in tanti lumi da allumare l'imagine della SS. Vergine sopra la Porta Lombricese verso la Piazza, e se l'intenda passata la spesa occorrente per l'esecuzione di quanto sopra da pagarsi all'ordinario, e tutto ciò per questa volta solamente". E' questa la prima volta che l'amministrazione comunale decise di adoperare, oltre ai consueti ceri, anche l'olio di oliva per l'illuminazione dei pubblici edifici. Da quella data il contributo delle pubbliche autorità per la buona riuscita della processione di Gesù morto è stato costante e generoso, così come immutato si è conservato lungo il corso dei secoli l'attaccamento che i camaioresi hanno mostrato per questa tradizione religiosa. Nel 1866 il Comune provvide ad un censimento per valutare il numero dei lumini accesi per la luminara di quell'anno che risultarono essere 86.659 così ripartiti: 33.552 in Sesto Lucchese; 18.415 in Sesto Genovese; 11.494 in Sesto S. Martino; 10.910 in Sesto S. Pietro; 6.277 in Sesto S. Vincenzo e 5.202 in Sesto S. Michele.
da "Forme della Passione - La Triennale di Gesù Morto a Camaiore" di Pier Paolo Dinelli
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LA CONFRATERNITA DELLA SS. TRINITA', DI MARIA SS. ADDOLORATA E DI S. VINCENZO CONFESSORE
La confraternita della SS. Trinità, di Maria SS. Addolorata e di S. Vincenzo Confessore è una fra le confraternite laicali più antiche del castello di Camaiore. Dai capitoli della stessa compagnia risulta infatti che fu costituita in Camaiore il 10 maggio 1492, pochi anni dopo la canonizzazione di S. Vincenzo Ferreri, al tempo in cui era vescovo di Lucca Nicolao II Sandonnini.
I confratelli erano chiamati a promuovere il culto religioso con maggiore diligenza, carità e pietà nel nome di Dio, impegnandosi nell'estirpazione dei vizi, nella pratica delle virtù cristiane e nel culto di Maria Addolorata.
La confraternita ha avuto sempre la sede nella chiesa della SS. Trinità e di S. Vincenzo Confessore, comunemente detta dei Dolori. La stessa ha pure un altare nella chiesa Collegiata di S. Maria Assunta e precisamente il secondo nella navata sinistra.
In base agli statuti del 1492 periodicamente tutti i confratelli e le consorelle eleggevano i responsabile della confraternita e si ritrovavano per discutere dei problemi e delle iniziative da intraprendere.
L'ultimo aggiornamento dello statuto è stato redatto il 20 Aprile 1947 in conformità al modificato Codice di Diritto Canonico e dei nuovi Sinodi Diocesani del 1936 e 1946.
Promotori di quest'ultima modifica sono stati i confratelli partecipanti alla riunione svoltasi nella chiesa dei Dolori il 4 Maggio 1947, ricordiamo: Ceragioli Vincenzo, Priore - Monconi Sante, Sindaco maggiore - Giannecchini Mario, Sindaco minore, ed i consiglieri Dalle Mura Antonio, Dalle Mura Umberto, Lorenzi Giuseppe, Giannecchini Pietro, Pellegrinetti Lorenzo, Cecchini Valentino, D'Alessandro Antonio, Della Latta Vincenzo, Dal Torrione Emilio, Romanini Silvio, Bianchi Angelo, Matteucci Almiro, Barsotti Giuseppe, Pardini Giovanni, Bartelloni Colombo, Dalle Mura Vincenzo, Della Latta Carlo, D'Alessandro Domenico, Pellegrinetti Amedeo, Marchetti Enrico, Venturini Giovanni, Bianchi Enrico, Lucchini Vincenzo, Monconi Giuseppe, Mastromei Giuseppe, Pardini Pietro, Massaglia Sisto, Matteucci Adolfo, con il supporto del canonico Pietro Bianchi, Parroco della chiesa.
Nel corso degli anni le opere della confraternita sono sempre state numerose, dimostrando un particolare impegno soprattutto nel mantenimento della chiesa, nella partecipazione a manifestazioni ecclesiastiche e di culto, nel suffragio per i defunti, nell'organizzazione delle solenni festività celebrate nella propria chiesa, tra le quali due in particolare: la SS. Processione di Gesù morto che si svolge con cadenza triennale e la ricorrenza della SS. Madonna Addolorata che si ripete ogni anno nel mese di Settembre.
Fino alla fine degli anni '60, la confraternita dei Dolori era fortemente radicata sul territorio, con un gruppo affiatato di confratelli guidati dal Parroco e dai priori che si sono succeduti: Della Latta Vincenzo fino al 1956, D'Alessandro Vincenzo fino al 1957, Dal Torrione Emilio fino al 1959, Bianchi Pietro fino al 1960, Coluccini Lorenzo fino al 1966, Dal Torrione Angelo fino al 1967, Dal Torrione Emilio fino al 1971, Ceragioli Pietro fino al 1973.
Un segno indelebile nella confraternita è stato il contributo dato dai numerosi consiglieri succeduti nel corso degli anni. Con sentita commozione rivolgiamo una preghiera per tutti i nostri defunti.
Un particolare ruolo è svolto dal Capo degli Uffìzi, preposto ali' organizzazione delle varie attività della Confraternita. Egli rappresenta una figura di rilevo all'interno della chiesa per la continuità della tradizione e per l'esercizio delle varie pratiche religiose, e al riguardo merita ricordare l'impegno profuso da Giannecchini Pietro dal 1938 al 1971, da Domenici Giovanni dal 1972 al 1976, da Giannecchini Francesco dal 1976 al 1996, poi da Cecchini Amaddio fino al 1999.
Oggi la difficile e laboriosa organizzazione delle manifestazioni presenti nella chiesa la si deve all'impegno di Giannecchini Alcide, Giannecchini Ubaldo, Giannecchini Pier Luigi, Pieraccini Salvatore, Zucconi Riccardo, Pellegrini Mauro, Chicchi Vincenzo i quali, grazie anche al contributo dell'Accademia delle Mura, riescono a mantenere vive le nostre antiche tradizioni. Giannecchini Ubaldo, Giannecchini Francesco e Giannecchini Alcide
Questo gruppo'di lavoro forse potrà di nuovo intraprendere l'esperienza della confraternita, anche alla luce del vigente diritto canonico che riconosce a queste istituzioni un particolare ruolo nella Chiesa proprio in virtù della profonda cultura religiosa e storica della quale sono depositarie.
Pier Luigi Giannecchini